Il 22 giugno scorso è stato firmato l'Accordo di Programma sugli Ex Scali Ferroviari tra Comune, Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato.
Un altro passo è stato fatto in direzione diametralmente opposta all'interesse pubblico, eppure indicazioni all'amministrazione sono state date dai cittadini, dai Municipi, dai tecnici, per imboccare una strada diversa e riscrivere nella sostanza il vecchio accordo bocciato del 2015, ma che oggi riconferma le medesime volumetrie edificabili.
Un altro passo è stato fatto in direzione diametralmente opposta all'interesse pubblico, eppure indicazioni all'amministrazione sono state date dai cittadini, dai Municipi, dai tecnici, per imboccare una strada diversa e riscrivere nella sostanza il vecchio accordo bocciato del 2015, ma che oggi riconferma le medesime volumetrie edificabili.
Per noi è possibile restituire alla cittadinanza l'80% degli Scali grazie alle risorse generate da solo un quarto delle volumetrie che si stanno concedendo ad FS.
Ancor più grave il fatto che con questo accordo si accetta in sostanza di lasciare degradati gli scali ferroviari per i prossimi trent'anni, recuperandone di volta in volta alcune parti a seconda della richiesta del mercato.
Ancor più grave il fatto che con questo accordo si accetta in sostanza di lasciare degradati gli scali ferroviari per i prossimi trent'anni, recuperandone di volta in volta alcune parti a seconda della richiesta del mercato.
Avevamo presentato nei Municipi nei mesi scorsi all'assessore Maran le nostre controproposte, venendo incontro alle esigenze concrete della cittadinanza e non agli speculatori immobiliari; purtroppo non siamo stati ascoltati.