CENNI DI STORIA, DI GEOGRAFIA E DI INCURIA
Il fiume Seveso dalla Brianza entra nella periferia nord di Milano nei pressi di via Ornato, al confine col Comune di Bresso; un tempo attraversava scoperto la città superando la periferia opposta verso il sudest milanese, confluendo infine nel fiume Lambro. Nei secoli il suo percorso è stato modificato dall'uomo per adeguarlo alle esigenze della città che si espandeva, adesso il fiume è totalmente coperto nel suo tratto milanese.
Ciò è avvenuto per 4 motivi:
- costruire palazzi e strade dappertutto ha cancellato gli elementi naturali del territorio
- sono cambiate le priorità da una società agricola in cui il fiume serviva ai campi ad una industriale in cui l'acqua veniva usata nel sistema di produzione
- le industrie della Brianza hanno sversato liquami di ogni sorta e hanno fatto sì che era meglio coprire quello schifo, dunque si è deciso di interrare definitivamente il fiume
- nessuno ha mai ritenuto opportuno tutelare la pulizia delle acque del Seveso
COSA HANNO FATTO LE ISTITUZIONI
Le varie amministrazioni in questi anni hanno portato avanti le seguenti scelte:
- non hanno mai inserito nel PGT il seguente principio: tutto quello che è già stato costruito è sufficiente ai bisogni della città, quindi non c'è necessità di costruire ulteriormente
- in prossimità del fiume è stata data la concessione per costruire l'ennesimo Superstore, cementificando un'area lasciata a lungo tempo inquinata che aveva portato i residenti all'esasperazione
- il comune di Bresso è il territorio con la maggiore incidenza tumorale nel Nord Milano, le istituzioni hanno sempre taciuto sulla gravità questo dato
- sono stati stanziati 140 milioni di euro per la realizzazione di una serie di Vasche di Laminazione che andranno ad impattare diversi comuni
- distruggiamo le aree verdi per risolvere il problema delle piene in cui il suolo verde è la prima soluzione poiché assorbe acqua (assurdo!)
- la magistratura ha accertato 1420 scarichi abusivi su tutto il tratto del Seveso, nessuna amministrazione ha preso provvedimenti
LE NOSTRE AZIONI
Ciò che noi invece abbiamo portato avanti dal 2014 ad oggi sono le seguenti proposte:
- Affrontare le criticità non come gestione delle emergenze, ma con un approccio sostenibile che guardi al lungo periodo
- Applicazione dei principi dell'invarianza idraulica su tutto il bacino del fiume Seveso (a parole ci danno ragione, nei fatti non viene mai applicato)
- Pulizia ambientale dell'alveo del fiume (approvato ed eseguito)
- Richiesta di pulizia e bonifica delle acque (mai presa in considerazione)
- Pulizia ambientale dell'alveo del fiume (approvato ed eseguito)
- Richiesta di pulizia e bonifica delle acque (mai presa in considerazione)
- Completare il potenziamento del canale scolmatore di Paderno (progetto ancora bloccato)
- Servizio di Allerta via SMS quando si prevedono esondazioni del fiume (eseguito parzialmente)
- Formazione comportamentale della popolazione in caso di esondazione (eseguita a spot)
- Richiesta di intervento dei VVFF e Polizia Locale prima che avvenga la piena (eseguito)
L'OPPOSIZIONE ALLE VASCHE
Regione Lombardia (RL) ha deciso di affrontare il problema delle esondazioni con la realizzazione di una serie di vasche di laminazione in cui verrebbe convogliata l'acqua durante le piene per poi essere restituita al fiume gradualmente al termine delle criticità; il Comune di Milano ha appoggiato questa soluzione, i Comuni che invece si trovano sull'asta del Seveso e i comitati dei cittadini l'hanno respinta. Per quale motivo?
Se apparentemente l'idea di una vasca che raccolga l'acqua in eccesso e poi la restituisca gradualmente può sembrare un'ottima idea, ci sono però delle criticità che una persona che non abbia le idee ben chiare sul problema non se ne accorge di primo acchito; in realtà non c'è un'opposizione totale al progetto in sé, ma a come esso impatterà sui territori. Ecco qui le principali motivazioni:
I COMPROMESSI DEL PROGETTO AIPO
Il progetto delle vasche di laminazione è stato commissionato da RL ad Aipo (Autorità interregionale per il Po) la quale ha stilato un progetto di 4 vasche lungo l'asta del Seveso; tale progetto però non è stato bene accolto dai Comuni interessati i quali si sono opposti e ne hanno ostacolato il percorso. RL è scesa dunque a delle trattative per dare ai Comuni delle forme di compensazione in cambio della realizzazione del progetto; poiché il problema delle esondazioni tocca principalmente Milano una delle richieste pervenute maggiormente dai Comuni è stata che anche il capoluogo lombardo si adoperasse per la raccolta delle acque, visto che è un problema che lo tocca nel cuore.
Il Comune di Milano dunque ha deciso realizzare una vasca al Parco Nord ai confini con Bresso al fine di convincere gli altri Comuni a fare la loro parte.
Chiaramente questo accordo tra i Comuni non è andato giù ai cittadini bressesi che si ritroveranno la vasca sotto casa e a quei milanesi che da anni si sono battuti per la difesa del Parco Nord.
Un'ulteriore beffa emersa ultimamente è che delle 4 vasche ipotizzate da Aipo forse se ne faranno a malapena 2 e che la vasca nel Parco Nord dovrà raddoppiare le dimensioni.
CIO' CHE SI POTREBBE GIA' FARE DEL PROGETTO DI AIPO
Il progetto per il contenimento delle acque di piena non prevede solo le vasche di laminazione, ma anche i seguenti provvedimenti:
- potenziamento del canale scolmatore
- realizzazione delle aree golenali
- opere di convogliamento delle acque piovane
- controllo degli scarichi privati e fognari
- invaso per la depurazione delle acque del fiume
- ri-permeabilizzazione di alcune porzioni di territorio
- adozione dei principi di invarianza idraulica
Pensiamo che queste opere si possano già realizzare, su questi provvedimenti i cittadini sono d'accordo, ma non si capisce per quale motivi le amministrazioni vogliano intestardirsi a realizzare subito la vasca nel Parco Nord che secondo le analisi fatte in caso di esondazione riuscirebbe a contenere le acque per un quarto d'ora al massimo; forse ci sono degli accordi di cui non siamo a conoscenza?
- Servizio di Allerta via SMS quando si prevedono esondazioni del fiume (eseguito parzialmente)
- Acquisto da parte del Comune delle paratie mobili contro le esondazioni (approvato ed eseguito)
- Richiesta di intervento dei VVFF e Polizia Locale prima che avvenga la piena (eseguito)
L'OPPOSIZIONE ALLE VASCHE
Regione Lombardia (RL) ha deciso di affrontare il problema delle esondazioni con la realizzazione di una serie di vasche di laminazione in cui verrebbe convogliata l'acqua durante le piene per poi essere restituita al fiume gradualmente al termine delle criticità; il Comune di Milano ha appoggiato questa soluzione, i Comuni che invece si trovano sull'asta del Seveso e i comitati dei cittadini l'hanno respinta. Per quale motivo?
Se apparentemente l'idea di una vasca che raccolga l'acqua in eccesso e poi la restituisca gradualmente può sembrare un'ottima idea, ci sono però delle criticità che una persona che non abbia le idee ben chiare sul problema non se ne accorge di primo acchito; in realtà non c'è un'opposizione totale al progetto in sé, ma a come esso impatterà sui territori. Ecco qui le principali motivazioni:
- anzitutto se vanno fatte è necessario che queste occupino delle aree già cementificate
- è assurdo che per risolvere un problema ambientale si distruggano aree verdi
- prima di realizzare le vasche vanno controllati gli scarichi e pulite le acque
I COMPROMESSI DEL PROGETTO AIPO
Il progetto delle vasche di laminazione è stato commissionato da RL ad Aipo (Autorità interregionale per il Po) la quale ha stilato un progetto di 4 vasche lungo l'asta del Seveso; tale progetto però non è stato bene accolto dai Comuni interessati i quali si sono opposti e ne hanno ostacolato il percorso. RL è scesa dunque a delle trattative per dare ai Comuni delle forme di compensazione in cambio della realizzazione del progetto; poiché il problema delle esondazioni tocca principalmente Milano una delle richieste pervenute maggiormente dai Comuni è stata che anche il capoluogo lombardo si adoperasse per la raccolta delle acque, visto che è un problema che lo tocca nel cuore.
Il Comune di Milano dunque ha deciso realizzare una vasca al Parco Nord ai confini con Bresso al fine di convincere gli altri Comuni a fare la loro parte.
Chiaramente questo accordo tra i Comuni non è andato giù ai cittadini bressesi che si ritroveranno la vasca sotto casa e a quei milanesi che da anni si sono battuti per la difesa del Parco Nord.
Un'ulteriore beffa emersa ultimamente è che delle 4 vasche ipotizzate da Aipo forse se ne faranno a malapena 2 e che la vasca nel Parco Nord dovrà raddoppiare le dimensioni.
CIO' CHE SI POTREBBE GIA' FARE DEL PROGETTO DI AIPO
Il progetto per il contenimento delle acque di piena non prevede solo le vasche di laminazione, ma anche i seguenti provvedimenti:
- potenziamento del canale scolmatore
- realizzazione delle aree golenali
- opere di convogliamento delle acque piovane
- controllo degli scarichi privati e fognari
- invaso per la depurazione delle acque del fiume
- ri-permeabilizzazione di alcune porzioni di territorio
- adozione dei principi di invarianza idraulica
Pensiamo che queste opere si possano già realizzare, su questi provvedimenti i cittadini sono d'accordo, ma non si capisce per quale motivi le amministrazioni vogliano intestardirsi a realizzare subito la vasca nel Parco Nord che secondo le analisi fatte in caso di esondazione riuscirebbe a contenere le acque per un quarto d'ora al massimo; forse ci sono degli accordi di cui non siamo a conoscenza?